Fujifilm jpeg setting – Scattare in jpeg è come scattare in diapositiva!
Inizio con questo articolo una serie di riflessioni inerenti al “Fujifilm jpeg setting” cioè una serie di articoli dedicati allo scatto in formato Jpeg eseguito direttamente sulla fotocamera. Questo approccio è chiaramente in contro tendenza rispetto alla buona pratica di scattare in formato RAW.
Oggigiorno tutte le fotocamere digitali dispongono di una vasta serie di parametri destinati a impostare lo sviluppo del Jpeg e in definitiva a profilare come esso sarà prodotto.
La domanda é: ma si riesce a tirare fuori qualcosa di buono direttamente in jpg?
Vediamo se è vero che scattare in Jpeg é come scattare in diapositiva!
Le Diapositive
Le immagini digitali, e mi riferisco a quelle osservate a monitor, hanno molte in cose in comune con le diapositive. I fotografi più anziani, come me, certamente ricorderanno che la fotografia professionale era imperniata sull’uso di questa tipologia di materiale sensibile che offriva diversi vantaggi rispetto alle pellicole negative, vediamo brevemente quali. Il maggior vantaggio indubbiamente era la qualità delle immagini che le pellicole invertibili producevano rispetto alle negative. Alcune di esse poi, come Kodachrome e Velvia, erano le uniche accettate da alcune testate di pregio proprio per la qualità delle immagini prodotte. La qualità delle immagini prodotte è riassumibile in questi elementi:
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- ottima nitidezza
- buon contrasto
- colori decisi
- grana fine
Altra qualità della pellicola invertibile era il minor costo rispetto alle pellicole negative infatti, per poter visionare gli scatti, non occorreva procedere alla stampa ma era possibile farlo direttamente per trasparenza.
Potremmo scrivere pagine e pagine sulle caratteristiche delle diapositive ma qui vorrei focalizzare l’attenzione su una specifica caratteristica ovvero la latitudine di posa.
Le invertibili, contrariamente alle negative, offrivano una latitudine di posa, specialmente nelle pellicole di bassa sensibilità, assai ridotta e questa caratteristica si traduceva sempre in una sostanziale difficoltà nella scelta della giusta esposizione e nella incapacità della pellicola di mantenere il contemporaneo dettaglio nelle varie zone sia chiare che scure. Bisognava pertanto saper scegliere con attenzione l’esposizione e, spesso, occorreva fare delle scelte privilegiando le alte luci piuttosto che le ombre in funzione del soggetto ripreso.
Una volta proceduto allo sviluppo della pellicola invertibile, finalmente, potevamo vedere le nostre diapositive senza alcuna possibilità di intervenire sul risultato finale, contrariamente a quanto invece accadeva con le negative che in fase di stampa era possibile correggere.
I Jpeg
I Jpeg o jpg possono essere prodotti direttamente in camera o in un secondo tempo partendo sempre dal RAW generato dalla fotocamera. In queste considerazioni mi riferisco al jpeg prodotto direttamente dalla fotocamera. Solitamente l’approccio è quello di scattare in RAW poiché questo file permette margini di intervento in post produzione decisamente più ampi. Il Jpeg invece non permette ampi margini di correzione poiché è un file con soli 8 bit per canale di profondità di colore e, in seconda battuta, è un tipo di file con perdita di dati, ovvero la compressione che viene applicata per ridurre le dimensioni del file prevede la perdita di informazioni pertanto, ad ogni salvataggio si introduce sempre un peggioramento della qualità dell’immagine.
Conclusioni
Dopo aver visto le caratteristiche del Jpeg è facile capire che il file Jpg prodotto direttamente in camera non si presta minimamente ad ulteriori elaborazioni. Questa sua caratteristica lo rende molto simile alle diapositive. Di fatto sia le diapositive che il Jpeg sono un prodotto finito e come tale deve essere fruito, senza possibilità di intervento.
Ecco perché considero lo scatto eseguito in Jpeg equivalente allo scatto fatto con pellicola invertibile.
Nei prossimi articoli vedremo come impostare i valori che influenzano la produzione del Jpeg direttamente in camera e inizieremo da una profilazione indicata per il ritratto.
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